27 dicembre 2007

festivita uguale tanto cinemaaaa!!!


Mariano e Miranda si amano da dieci anni e vivono una vita perfetta nella provincia toscana. Gestori di un banco di frutta e verdura, sognano di acquistare un giorno una bottega dove trasferire la loro attività. La bellezza morbida e sensuale di Miranda "esposta" come primizia al mercato non sfugge a un fotografo di moda, che le offre soldi e successo in cambio di dodici scatti. Allettata dalla cifra e dalla possibilità di realizzare il loro progetto, la coppia accetta la proposta e Miranda posa per un calendario. Fama e fiumi di champagne finiranno per confonderla e per spingerla tra le braccia del seducente e sedicente fotografo. Mariano, intanto, perde l'amore ma non la speranza.
Perché sparare sulla croce rossa? Leonardo Pieraccioni anche quest'anno ha fatto il compitino: un filmetto dalla trama annacquata e dal tono sentimentale che uscirà a pochi giorni dal Natale in centinaia di sale e regalerà alla Medusa incassi miliardari. Gli spettatori svagati e prenatalizi lo andranno a vedere e i critici abbozzeranno indulgenti: guai a parlare male di un film italiano che gode di un consenso così generalizzato.
La storia è nota ed è ambientata nella provincia toscana ancora una volta travolta dall'arrivo di un agente esterno che ne sconvolgerà gli equilibri. Sostituite le cinque ballerine di flamenco col fotografo farabutto di Gabriel Garko, saranno proprio il suo fascino e la sua proposta indecente a far capitolare la bella moglie dell'ortolano. Accumulando pretese irritanti (la critica alla società dello spettacolo, alla politica e ai costumi italiani) accanto a scelte marchiane (ridere sull'obesità e dell'obesità di un bambino), il cinema di Pieraccioni non sembra in grado di rivitalizzare le forme della commedia all'italiana e tra vent'anni non lo vedremo (spero) con la nostalgia complice che oggi si riserva alle riscoperte trash. Il brutto non è più quello di una volta e francamente non fa più neanche ridere.
Quello che manca al cinema di Pieraccioni non è tanto un Paese, osservato attraverso il filtro regionale, quanto una storia che dia ragione della realtà osservata. A funzionare nel film è invece il "clown augusto" di Massimo Ceccherini, "preso a pedate" dal clown bianco di Pieraccioni. Laddove il ritmo langue Ceccherini irrompe riuscendo sempre a strappare un tessuto narrativo sciatto.



CARINO...MA NIENTE DE CHE...SCONTATO...SOLO CARINE LE GAG DEL BIMBO CICCIO!!!

UN BESO BX


1 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo, era molto più carino il film di Pieraccioni precedente: "Ti amo in tutte le lingue del mondo". Smack, Ceppa :-)

ShareThis

Template e Layout by Adelebox