18 maggio 2007

CHE MALINCONIA...





Nello stile di una serie televisiva a carattere drammatico, Dawson's Creek, nei suoi 6 anni di programmazione (1997 - 2003), ha raccontato, con anche un velato e distorto umorismo, gli anni inevitabilmente intensi dell'adolescenza di un gruppo di ragazzi. Un sorprendente e realistico ritratto che ha raccontato il duro periodo di passaggio che sposta ogni ragazzo e ragazza dall'adolescenza alla sua maturità. Questo è stato Dawson's Creek, una serie di successo a livello mondiale che si è conclusa dopo 6 stagioni di programmazione (128 episodi complessivi) permettendo a tutti i suoi milioni di fans di scoprire finalmente le risposte alle tante domande che erano state poste automaticamente quando lo Show venne lanciato anni fa.

Tutto è cominciato dunque 6 anni fa nella piccola cittadina di Capeside (un paesino del Massachusetts, Usa, volutamente inventato dalla produzione ma realmente esistente e meglio conosciuto come Wilmington, nel North Carolina) dove un giovane ragazzo, Dawson (James Van Der Beek), cominciava ad assaporare i primi piaceri e dispiaceri della vita, dell'amicizia e dell'amore con la sua amica d'infanzia Joey (Katie Holmes). A contrastare e contornare le loro vicende c'erano poi Pacey (Joshua Jackson) il combina-guai e Jen (Michelle Williams) l'attraente ma non equilibrata ragazza venuta dalla grande città. Negli anni, poi, le loro vicende si sono intrecciate inverosimilmente e in modo complicato non solo tra di loro, ma anche con altri personaggi di primo piano che si sono aggiunti quali Jack (Kerr Smith), il ragazzo rivelatosi gay ed Andie (Meredith Monroe), la studentessa modello ma segnata da una psiche non equilibrata. Entrambi sono entrati d'ufficio nel cast dalla 2^ stagione, e ci sono restati sino al termine della serie, ad esclusione della Monroe che per dovere di copione è stata assente dalle due ultime stazioni dove si è visto invece il personaggio di Audrey (Busy Phillips), la ragazza volutamente trasgressiva e compagna di Joey al college. Abbiamo visto questi ragazzi crescere, raggiungere il tanto ambito college e scoprire come le loro vite sentimentali e professionali si sono risolte. Tanti momenti difficili hanno dovuto attraversare e tante complicazioni hanno avuto le loro relazioni d'amicizia e non solo. Molti equilibri sono stati sfalsati e non sono mancati poi i momenti d'allegria e di puro divertimento... questa è la vita di ogni adolescente, questo ha voluto raccontare più approfonditamente Dawson's Creek:
Sicuramente una storia affascinante, che ha rapito i suoi telespettatori come nessun altro telefilm aveva fatto sino ad oggi; perché Dawson's Creek ha raccontato loro e non ha voluto raccontare a loro.

Quindi, il successo del telefilm è stato assicurato da quall'argomentazione sino ad oggi tanto poco trattata perché, erroneamente, ritenuta non interessante. Invece, è stato proprio quel riconoscimento e quell'impersonificazione dei telespettatori nel telefilm a fare dello stesso un prodotto di grande prestigio e di grandissimo interesse. La stessa WB, l'emittente americana che ogni mercoledì sera mandava in onda una nuova puntata del telefilm, ha fondato su questa produzione il suo successo garantendosi una grossa fetta di pubblico che da oggi la riconosce come il miglior network per la diffusione di telefilm e di elevato riferimento e ispirazione anche per le altre numerose emittenti televisive di tutto il mondo (inclusa Italia 1 della Mediaset su cui vengono mandate le puntate italiane della serie).

Ma un doveroso complimenti va fatto anche a tutta la produzione che ha lavorato dietro a questo prodotto; primo fra tutti il famoso Kevin Williamson. E' stato lui che ha ideato Dawson's Creek e che, come tutti gli altri, ha costruito il suo successo attorno ad esso. Ha lanciato timorosamente quest'opera rivelando che si trattava di qualcosa di autobiografico, questo almeno fino a quando dopo due anni non ha abbandonato la produzione per altri impegni lavorativi tornando sul set solo 4 anni dopo quando la stessa serie si avviava alla sua storica conclusione. Ma non solo. Un doveroso complimenti va fatto anche ai produttori Paul Stupin, Tom Kapinos e Greg Prange che insieme a tutti gli altri hanno lavorato per la grande casa Sony Pictures Television Inc..

E che dire poi degli attori. Certo, hanno dimostrato le loro grandissime capacità recitative in questa produzione, ma la stessa gli ha permesso di accaparrarsi un grande posto nel panorama cinematografico odierno in cui grandi registi se li dividono a suon di milioni di dollari. Ed è stato proprio questo spropositato successo a portare all'inevitabile conclusione di mettere fine alle vicende dopo 6 anni di lavori. Il cast era troppo attratto dalle nuove proposte e di restare a fare felici i

milioni di fans non si è potuto.

Fa lo stesso... porteremo ugualmente nei nostri cuori questa malinconica sensazione, accontentandoci di quello che ci è stato dato che, siamo certi, non dimenticheremo mai.






















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