25 febbraio 2009

LUSSO...E PASSIONE...BORSE E SCARPE...TANTE SCARPE...

bix faschiiio
Grafica con effetti glitter



Le scarpe, si sa, piacciono a tutte le donne. Sono il terrore dei fidanzati e mariti e la passione del genere femminile. Gurdarle dalle vetrine, cercarle sui giornali, indossarle, provarle in un negozio. La scarpa per molto di noi è tutto! Immaginate ora un libro interamente dedicato alla scarpa. Un sogno vero? Un sogno realizzato da Jonathan Walford. Il volume “Scarpe - Storia di una meravigliosa ossessione” è in libreria.
io lo comprero'.




qsta sono io invece:



amo lo shopping e amo le scarpeeee da morireee...ma oggi ho avuto una bruttissima notizia...ossia un amica mi ha inviato qsto sul pc:


OVVIAMENTE se avete un po' di tempo e nn sapete che cosa fare x almeno 40 min guardate e leggete qsto articolo:

http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1078530,00.html

mi ha sconvolto...guardatelo e ditemi cosa ne pensate anche se c'e poco da pensare...

un beso bx

23 febbraio 2009







un beso bx

SABATO SERA FESTA ITC TEATRO.........

BELLISSIIIIIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA:



UN BESO BX

i love louis vuitton...i love love love...

louis vuitton
Aggiungi glitter alle tue foto


un beso bx

sabato sera...festa itc teatro di CARNEVALE,bellissima preparazione

preparazione alle fiesta...e amore x la mia nuovissima borsettaaaa...qnto la amoooo



a dopoooo con le nuovissime fotine
bx

20 febbraio 2009

stasera


stasera esco con elena e vado al chattanoogaaaa...

cena e dopo,bellissima serata al femminile!!!
veniteeeee...

un beso bx

19 febbraio 2009

ieri sera dalla ceppa...ALBA KIARA visione del flm...


Chiara frequenta il Liceo, ha una sorella persa nel proprio dolore che continua a dipingere in silenzio favolosi aironi e una madre che deve lavorare per garantire loro un'esistenza normale. La normalità però, per Chiara e le sue amiche, è fatta sì di amori appassionati come quello di lei per il dj Nico ma anche di gare di fellatio, di "notti gangster" in cui i rapporti sessuali plurimi sono di casa, di pasticche, canne e cocaina. Il bidello della scuola, Tony, non è certamente privo di competenze in materia perché è lui che procura spinelli a chi glieli chiede. Quando duecento chili di cocaina rubati (operazione in cui è coinvolto un ispettore di polizia) finiscono nella cantina dello zio deceduto della ragazza si presenta per lei, Nico e Tony la possibilità di diventare davvero ricchi.
Leggiamo nelle note di regia "Il film mescola i generi, esattamente come fa la vita, soprattutto quella dei nostri giorni: commedia, thriller, erotismo.." . E' vero: la vita mescola i generi però, per vie del tutto ignote a noi mortali, spesso lo sa fare. Considerazione che invece non vale per Stefano Salvati il quale, esperto sembra ombra di dubbio nella realizzazione di videoclip, non riesce a fondere le diverse anime del suo film. Ecco allora che a strausurate battute su ET e a una citazione, che vorrebbe essere ironica, de La finestra di fronte incolla una madre dall'accento pugliese, due rapinatori meridionali da teatro dialettale (con tutto il rispetto di quella forma di teatro) che indossano per la rapina tute della ditta Kubrica (dovremmo ridere o pensare ad Arancia meccanica?), un negoziante, un bidello e un commissario emiliani e via percorrendo le strade della commedia anni Settanta.
Ogni tanto però ci consente visioni fantasy in cui la sorella di Chiara si immagina fata dell'arte in un mondo immaginario per poi rituffarci nella squallida ma patinata quotidianità della protagonista da alternarsi (così prescrivono le dosi della sceneggiatura) con le apparizioni del 'cattivissimo' poliziotto interpretato da Raz Degan che ci offrirà anche una tortura in stile Saw.
Da tutto questo andirivieni emergono due elementi che fanno pensare che è un bene che ormai il cinema non sia più in grado di influenzare i comportamenti come qualche decennio fa ancora era possibile. Perché se così fosse ci sarebbe di che riflettere su una descrizione dell'adolescenza come quella che il film ci propone. Salvati, Lucarelli e Bernardini (sceneggiatori) generalizzano presentando non solo l'amoralità come un dato di fatto pervasivo e ineluttabile ma aderendovi (al di là delle dichiarazioni ufficiali) con uno sguardo che non giudica mai ma si fa invece partecipe del 'gioco' (di qualsiasi gioco si tratti). Solo la 'romantica prof inglese' legata a macchine per scrivere e cineprese superotto (ma pronta anche lei per lo spinello rilassante) può ancora pensare a un mondo diverso.
Ecco allora che un film che si avvale delle musiche e parole di un cantante trasgressivo vero come Vasco diviene, temiamo inconsapevolmente, strumento di quella che un tempo si chiamava visione reazionaria. Perché, verrebbe da dire, se tutti i giovani sono così altro che voto di condotta ci vuole! Fortunatamente prendere una parte per il tutto è e resta un errore seppur grave che distorce la realtà. Anche se poi all'errore si vuole porre rimedio con un finale (non perdetevi i titoli di coda) tanto moralistico quanto in linea con la struttura del film. Appiccicato.
TRAILER


allora il film e' stato visto in tributo al mio amico del cuore francesco friggione...che appare solo in un pezzettini del film...pensavamo di piu sinceramente...
cmq il film fa ...schifo...si...e lei ha una voce che rovina tutto il film...spero che nn lavori mai piu nel cinema...xche nn vale nulla!!!
un beso enorme
bx


17 febbraio 2009

IMPORTANTISSSSSSSIIIMOOOOOOOOOOOOO

TEATRO_:

Facciamolo subito, finché ci ricordiamo:

1) sabato 21 febbraio festa di carnevale al laboratorio di Via Vittoria. Ricordatevi che BISOGNA PRENOTARE al numero tel. 051 6270150 dell'Itc.

2) domenica 22 febbraio ore 21 all'Itc Teatro va in scena "Leldorado", lavoro di tale Nicola Bonazzi, avete presente?

3) lunedì 23 febbraio normale lezione Sala gialla

4) giovedì 26 febbraio incontro alla Ponticella con Lisa per il suo lavoro su Bologna. Ci dirà lei direttamente l'orario, intanto prendete nota.

Per ora niente altro, salvo sbaciucchiarvi tutti

... eppoi, signori, l'amicizia cos'è?

madame Dianà


SPETTACOLO NICOLA BONAZZI:

LELDORADO
di Nicola Bonazzi e Mauro Boarelli
con Micaela Casalboni
musiche originali di Riccardo Tesi
eseguite dal vivo da
Riccardo Tesi: organetto
Maurizio Geri: chitarra
Damiano Puliti: violoncello
regia di Andrea Paolucci
Dopo il debutto nel 2005 nella rassegna Le strade dell’esodo, torna all’ITC la storia di Pepìn, pìcaro semplice e smaliziato che con il suo organetto va a cercare fortuna “nella Merica”, come tanti suoi connazionali all’inizio del secolo scorso. E come tanti, Pepìn sarà costretto a scoprire l’illusione di una fortuna che non si materializza mai, di un “tesoro” sempre inseguito e mai raggiunto, di un paese che promette e non mantiene. Lo accompagna in questo mirabolante viaggio, ai confini tra favola e storia, tra realtà e invenzione fantastica, una schiera di personaggi minori e minimi, protagonisti di un’epopea comica e drammatica insieme. A raccontarcela sono le parole di Rosetta, la donna rimasta in Italia ad aspettarlo, interpretata da Micaela Casalboni, e la musica, creata appositamente da Riccardo Tesi, uno dei musicisti più importanti e innovatori sulla scena della musica etnica italiana ed europea, e suonata dal vivo dallo stesso Tesi, in trio con Maurizio Geri e Damiano Puliti.

VENITEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!

UN BESO BX

la verita' e' che non gli piaci abbastanza

e' un film...che voglio andare a vedere...ma oltre al cast straordinario...mi soffermo sulla frase,detta e sentita mille volte e che ha condizionato una parte della mia vita...xche'...nn essere mai abbastanza?



un beso bx

il misantropo di moliere'...corse di teatro...

bellissimo modulo di teatro...lo spettacolo ci sara' il 16 marzo...potete anche nn venire...hihihihi...

Il Misantropo di Molière è una commedia del 1666 in cinque atti ed è considerata uno dei suoi capolavori.

LA TRAMA

- Nel salotto della bella Celimena, una deliziosa e frivola vedova che conosce mille e una astuzia per legare a sé gli uomini, due amici ragionano tra loro, mentre attendono l'arrivo della dama.
I due sono Alceste e Filinto, si stimano e sono legati da amicizia, ma non per questo hanno le stesse idee sul modo in cui deve comportarsi in società un gentiluomo. Filinto, indulgente e accomodante per natura, afferma che un briciolo di ipocrisia nei rapporti umani non guasta mai, anzi è proprio quel che ci vuole per stare in buona armonia con il prossimo: molte volte la verità è inopportuna e crudele.
Alceste non la pensa così: è un uomo rigido e intransigente fino agli estremi, non ammette assolutamente che si debba mentire per il quieto vivere nostro e degli altri. Se uno è mediocre, è giusto che sappia della propria mediocrità, se uno è un seccatore, occorre dirglielo ben chiaro anziché lasciarsi rintronare i timpani delle sue chiacchiere: solo in tal modo molta gente smetterebbe di comportarsi in maniera sciocca e inopportuna. Invano Filinto tenta di convincerlo che la sua sincerità rischia di procurargli solo guai: la verità nuda e cruda di solito non è ben accetta alla maggioranza degli uomini. Ma Alceste, piuttosto che mancare ai suoi principi, si dichiara pronto a romperla con il genere umano, a trasformarsi in un misantropo.
A questo punto l'amico Filinto non può fare a meno di fargli osservare che l'oggetto dei suoi sogni, Celimena, maldicente e civettuola com'è, è proprio l'opposto del suo ideale di perfezione. Ahimè! Filinto ha colpito nel segno, questa è la grande debolezza di Alceste: egli ama, suo malgrado, una creatura che è il compendio di tutti i difetti che egli biasima, e tuttavia non può sottrarsi al suo fascino. La ragione lo spingerebbe a disprezzarla o almeno a dimenticarla, ma come tutti sanno, (forse), non è la ragione che detta legge in amore.
Mentre i due amici parlano ecco arrivare un certo Oronte, classico esemplare di stolto vanitoso. Costui si rivolge ad Alceste per chiedere il suo parere su alcuni versi che ha composto: è tale la fama di integrità di Alceste che solo il suo giudizio può ritenersi obiettivo e sicuro. Invano Alceste tenta di schermirsi: Oronte è impaziente di declamare il proprio sonetto, sicuro, nella sua presunzione, di ottenere gli elogi del rigido Misantropo.
Terminata la lettura degli orribili versi, Filinto si affretta a proclamarli un capolavoro degno dell'immortalità; Oronte gongola, ma Alceste non riesce a trattenersi, naturalmente, e spiattella la verità: i versi sono pietosi, roba da mettere in fondo ad un cassetto e lasciare lì sepolta.
Oronte si offende, si sente un genio incompreso, ribatte con stizza, ma Alceste rimane duro come una roccia("andate a cercare incensamenti altrove") e invano Filinto cerca di rappacificare gli animi; Oronte se ne va, ma la disputa non finirà lì.
Compare Celimena, e Alceste, spaventosa,mente coerente alle sue idee anche a costo di disgustare la donna che ama, la aggredisce subito in nome della verità…
"Signora, mi permette di parlarle con franchezza? Non sono affatto contento della vostra condotta; mi spinge alla esasperazione, e sento che dovremo venire a una rottura…"
Celimena ha troppi corteggiatori e Alceste non lo può sopportare: una volta per tutte essa deve decidersi e smetterla di volteggiare da uno spasimante all'altro. Mentre i due "battibeccano", ecco sopraggiungere Basco e Clitandro, due nobilotti profumati, azzimati e desiderosi di conquistare l'amore della bella Celimena. Al gruppo si uniscono anche Filinto e Elianta, cugina di Celimena. A questo punto la conversazione diventa generale, si scivola nel frivolo, e Celimena, con la leggerezza crudele della bella donna viziata, fa un ritratto spietatamente vero di alcuni suoi amici assenti. La satira è gustosa e i presenti ridono e applaudono Celimena. Solo Alceste esplode indignato…
"Avanti, forza, continuate!… Voi non risparmiate nessuno, e, a uno ad uno, tocca a tutti. E tuttavia non c'è nessuno di loro che si faccia avanti senza che si veda corrergli incontro, stringergli la mano e confermare con baci e abbracci il vostro ossequio.".
Gli altri ribattono, prendendo le difese di Celimena, la discussione sta per farsi aspra, quando giunge un messo del tribunale: Alceste è atteso davanti ai magistrati per appianare il suo incidente con Oronte. Alceste va, ben deciso, s'intende, a non cedere minimamente…
"A meno che non mi venga un ordine diretto di sua maestà di trovare buoni questi versi, che danno tanto da fare, io sosterrò sempre, perbacco, che sono indegni e che chi li ha fatti merita la forca!"
Poco dopo, Celimena riceve la visita della signora Arsinoe, il prototipo della "buona amica". L'esordio è al miele: per l'amicizia che porta alla cara Celimena, Arsinoe ha ritenuto suo dovere informarla che presso persone di "grande virtù" la sua condotta, le sue galanterie hanno la disgrazia di non essere lodate. Naturalmente ella si è subito schierata dalla parte dell'amica, ha fatto quello che ha potuto per difenderla, ma… Celimena ascolta con aria compresa e compunta, poi risponde: è profondamente obbligata per l'avvertimento, e vuole subito ricambiare il favore dando a sua volta un consiglio all'amica…
"L'altro giorno ero in visita da persone di grandissimo merito, le quali… fecero cadere il discorso su di voi. Ebbene, i vostri modi, la vostra austerità ostentata, i vostri sfoggi di zelo non furono precisamente citati come modello; codesta affettazione di gravità, i vostri eterni discorsi di saggezza e di virtù, le vostre smorfiette, i vostri gridarelli a ciò che può apparire indecente nell'innocenza di una parola un po' ambigua, l'ala stima in cui vi tenete, le occhiate di compatimento che distribuite in giro, la vostra smania di dar lezioni, le vostre acide censure su cose pure e innocenti, tutto questo, insomma, e devo parlar francamente, fu biasimato all'unanimità, signora…"
Arsinoe è troppo falsamente per bene per indignarsi apertamente: si finge dolorosamente stupita per queste parole, ma già nella sua mente medita furiosamente la vendetta.
La possibilità di vendicarsi le si presenta poco dopo, quando rientra Alceste e Celimena esce, lasciandola sola con l'uomo. Arsinoe cerca subito di conquistarsi la simpatia di Alceste, incensando abbondantemente le sue virtù e il suo valore; ma presto comprende di aver scelto la strada sbagliata, perché Alceste risponde brusco, mostrando chiaramente che gli elogi lo infastidiscono. Pronta e abile "virata" di Arsinoe…
"Ebbene, lasciamo, se lo desiderate, questo argomento… ma il mio cuore deve compiangervi per il vostro amore; e, per dirvi tutto il mio pensiero, sarei proprio felice se il vostro ardore fosse meglio riposto. Voi meritate una sorte molto più dolce, e colei che vi ha affascinato è indegna di voi.".
Che intendete dire? Chiede Alceste: si rende conto che sta parlando di una sua amica?
Certo, risponde l'altra, ma la sua coscienza non le permette di assistere in silenzio al tradimento da parte di Celimena dell'amore di Alceste; se egli la accompagnerà a casa, gli mostrerà una prova dell'infedeltà di Celimena ed eventualmente gli offrirà il modo di consolarsi. Alceste, dubbioso, va, e Arsinoe gli mette la mano una lettera scritta da Celimena a Oronte, il bellimbusto autore di ignobili versi.
La lettera è solo amichevole, ma per Alceste il colpo è atroce; corre stravolto dalla saggia Elianta per sfogare il proprio dolore, e, nell'impeto dello sdegno, offre ilo suo amore alla fanciulla.
Elianta però ha molti buoni motivi per rifiutare: innanzitutto ama Filinto; poi comprende che Alceste le si è dichiarato solo per vendicarsi di Celimena; e infine, saggia e chiaroveggente com'è, prevede che la collera di Alceste sbollirà presto ed egli tornerà ad amare Celimena. Giusto in quel momento (nelle commedie del '600 non si badava molto a qualche incongruenza) arrivava Celimena, tranquilla e serena.
Alceste l'aggredisce sventolandole davanti al viso la lettera; grida, smania, l'invita a discolparsi.
Celimena, impassibile, non pensa nemmeno a difendersi: sì, ha scritto lei quel biglietto a Oronte, perché Oronte le è simpatico. Non c'è altro, e infatti nel biglietto non si parla d'amore. E d'altra parte, che autorità ha su di lei Alceste per osare di aggredirla, rimproverarla, insulta? Lei, fino a prova contraria, è liberissima di fare quello che vuole e, se il suo cuore avesse qualche altra inclinazione, perché non dovrebbe dirglielo sinceramente? E' chiaro che la gelosia rende pazzo Alceste. Egli meriterebbe che veramente lei gli desse motivo di lamentarsi e di indignarsi.
A questo punto, piccolo colpo di scena: irrompe in scena Dubois, il servitore di Alceste, e comunica al padrone che deve andarsene in tutta fretta dalla città; un tizio, con il quale da tempo era in lite, ha vinto con l'imbroglio la causa ed è riuscito a far spiccare contro di lui un mandato di arresto.
Alceste è veramente avvilito, disgustato del mondo intero. Potrebbe ricorrere contro la condanna con buone probabilità di spuntarla, ma decide di non farlo. La nausea e l'amarezza soffocano in lui il desiderio di vincere, di combattere l'ingiustizia. Se ne andrà lontano dal mondo, per vivere in solitudine. Prima però deve sapere se Celimena è disposta a seguirlo nel suo esilio, senza rimpianti. Celimena si è pentita di averlo fatto soffrire, riconosce di essere stata civetta e crudele e decide di sposarlo. Ma quando Alceste le chiede di seguirlo lontano dal mondo, la giovane donna rifiuta…
"Io rinunciare alla società nel fiore degli anni e andarmi a seppellire nella vostra solitudine?… La solitudine sgomenta n'anima di vent'anni: io non sento la mia abbastanza magnanima e forte per risolvermi a una decisione come questa…".
Alceste è rimasto solo: rinuncia definitivamente alla mano di Celimena e va a cercare nel mondo un angolo appartato dove possa avere piena libertà di essere un uomo d'onore.



MORI' SUL PALCOSCENICO
La sera del 17 febbraio 1673, il bel mondo parigino si era dato convegno al teatro Palais Royal per applaudire "Il malato immaginario" di Molière: l'autore stesso vi recitava la parte di Argante che nella finzione scenica era, per l'appunto, il "malato immaginario".

Molière non era un grande attore, ma quella sera la sua recitazione era realistica in maniera impressionante: la febbre che lo divorava, i tremiti che lo scuotevano non erano per nulla immaginari; Molière era agli estremi, lo sentiva, e solo il suo smisurato amore per il teatro lo aveva condotto anche quella sera sul palcoscenico.
La rappresentazione volgeva al termine quando Argante si accasciò per terra: la commedia era diventata tragica realtà. Molière morì poche ore dopo. Aveva dedicato la sua vita al teatro e non volle concluderla lontano da quel magico mondo.
Jean-Baptiste Poquelin (questo era il nome vero di Molière) era nato a Parigi ai primi di gennaio del 1622 da una famiglia di piccoli borghesi.
Aveva vent'anni quando decise di diventare attore e per farlo senza offendere l'onorabilità del nome paterno (a quei tempi il mestiere di attore era piuttosto disprezzato), non esitò a cambiare nome, rinunciando nello stesso tempo alla comoda cita che il patrimonio paterno gli avrebbe assicurato.
Assieme ad alcuni amici fondò l'"Illustre Theatre" e si sottopose al durissimo tirocinio degli spettacoli in provincia. Finì anche in prigione per debiti.
Ma nel 1658 ebbe la "grande occasione": quella di recitare a Parigi alla presenza del re; da quel momento le sue difficoltà finirono ed egli divenne l'autore più famoso di tutta la Francia.


16 febbraio 2009

venerdi 13...film 2


Una terribile tragedia si è consumata a Camp Crystal Lake. Tre decenni più tardi un gruppo di ragazzi si reca sul luogo della strage alla ricerca di un campo di marijuana per appropriarsi indebitamente delle cime con l'intenzione di arricchirsi. Accampati nell'oscura foresta, i cinque verranno fatti fuori da un uomo mascherato. Sei settimane dopo un giovane di nome Clay giunge a Crystal Lake a bordo della sua moto per cercare la sorella scomparsa. Si imbatterà nello spocchioso Trent che ha invitato alcuni amici a passare il week end nella villa di famiglia che si affaccia sul lago.
Era il 9 maggio 1980 quando Venerdì 13 usciva nelle sale americane. Sebbene nel film di Sean S. Cunningham Jason Voorhees non fosse il killer bensì una vittima, il suo personaggio ispirò ben dieci sequel.
Marcus Nispel, che si era affacciato sul cinema proprio con il remake di un horror (Non aprite quella porta), torna a Camp Crystal Lake per riportare sullo schermo il mito di Jason. Prendendo spunto dai primi tre episodi della saga confeziona un reboot dove l'antefatto è utilizzato come breve preambolo per chiarire la natura del sanguinario omicida. Il regista non sembra tanto interessato all'evoluzione para-fantascientifica del personaggio (scelta dai tanti successori di Cunningham), quanto alla sua psicologia, forza fisica e onnipresenza. Inoltrandosi nel bosco con la camera a mano Nispel ricrea la giusta tensione occupandosi ora del quintetto accampato, ora della storia di Jason partendo dal raccapricciante racconto, che si svolge immancabilmente intorno al fuoco, sugli avvenimenti di trent'anni prima.
La narrazione, che scivola nella notte e nell'orrore lasciando pochi momenti di respiro, si concentra su quello che accade sei settimane più tardi, quando un gruppo di studenti universitari giunge sul luogo per passare un tranquillo week end (di paura) all'insegna di sesso, droga e rock'n'roll. Proprio come fece Sean S. Cunningham, anche il suo erede sceglie un cast di giovani attori di bell'aspetto che sembrano usciti da una pubblicità della Pepsi e gioca con l'ironia per alternare momenti di puro terrore al divertimento spicciolo dell'assortito gruppetto. Conscio di doversi attenere alle aspettative del pubblico ma deciso a provare nuove soluzioni, Nispel recupera l'immaginario di Jason per rilanciarlo sulla scena horror prestando attenzione ai dettagli ed escogitando uccisioni "a effetto".
Chicche come il sacco di juta che viene sostituito a metà film dalla maschera da portiere di hockey e i vari omaggi alla saga - lo sceriffo Bracke prende il nome dell'autore del libro "Crystal Lake Memories: The Complete History of Friday the 13th" - non bastano per fare del nuovo Venerdì 13 il cult che fu. Tuttavia è molto possibile che saprà accontentare gli aficionados di sempre e i nuovi adepti del popcorn-horror.

trailer:


intollerante...anche se io personalemnte sono amante degli horror,l'ho trovato nauseante...bleeeeeeeeeeeee...che soldi buttati...
un beso bx

h.18...operazione domenica cinema:salvare lo star city a rastignano...film 1


Il curioso caso di Benjamin Button

Benjamin Button nasce il giorno della fine della prima guerra mondiale, è un bimbo in fasce ma ha la salute di un novantenne: artrite, cataratta, sordità. Dovrebbe morire il giorno dopo e invece più passa il tempo più ringiovanisce. La sua è una vita al contrario che attraversa il Novecento americano sempre alla ricerca del primo e unico amore, una donna molto più emancipata, libera e in linea con il suo tempo di lui. L'unico momento in cui si potranno trovare sarà all'incrociarsi delle loro età: "Mi amerai ancora quando sarò vecchia?", chiede lei. "E tu mi amerai ancora quando avrò l'acne?" risponde lui.
Fincher sceglie di narrare una storia con un espediente classico: a partire dalla modernità, attraverso le memorie di un diario letto alla protagonista ormai anziana e in punto di morte. Fotografa tutto virando verso il seppia e opta per la calligrafia spinta, cosa che ovatta il racconto con l'indulgenza e il fascino di cui sono dotati i ricordi. Il risultato è un'agiografia del passato che vince sul presente (New Orleans ieri e oggi con Katrina alle porte), una prospettiva a ritroso indulgente e favolistica sugli Stati Uniti che non affronta nessun tema davvero e che, cosa bene più grave, manca di emozionare con sincerità.
Benjamin Button ringiovanisce invece di invecchiare ma questo non ha nessun effetto sulla trama nè tantomeno serve a dare una visione particolare degli eventi in cui è coinvolto o della società in cui è inserito, come avveniva invece con la stupidità di Forrest Gump (il paragone inaffrontabile con l'opera di Zemeckis sorge spontaneo data la sostanziale identità della struttura della storia).
Il curioso caso di Benjamin Button sembra chiedersi unicamente "Come si comporterebbe un vecchio con la testa di un bambino? E come un giovane con l'esperienza di un vecchio?", tentando di conseguenza una riflessione sulla morte e sulle possibilità di sfruttare al massimo la propria vita. "Non sai mai cosa c'è in serbo per te" ripete a Benjamin la madre adottiva, evitando accuratamente di citare scatole di cioccolatini.
Gigantesco il lavoro fatto sull'invecchiamento e il ringiovanimento digitali di Brad Pitt, entrambi ottenuti sperimentando una tecnica innovativa di motion capture. Il risultato è evidente: in ogni caso il personaggio è sempre lui, Brad Pitt, anche quando gli somiglia veramente poco. Meno celebrata invece Cate Blanchett che, invecchiata e ringiovanita anch'essa per esigenze di copione, supplisce alla frequente mancanza di digitale con la solita prestazione fuori da ogni ordinarietà.
trailer:


noioso,poetico ma lento...sinceramente m'aspettavo mooolto di piu'!!!
un beso bx

14 febbraio 2009

san valentinoooooo

Happy Valentine's Day Pictures, Images and Photos

San Valentino, patrono di Terni e protettore degli innamorati di tutto il mondo, è protagonista di storie lontane che diventano leggenda. In Giappone, negli Stati Uniti, in America Latina, in Asia e in Oceania, Valentino é il santo dell’Amore. Pochi però conoscono la vera storia del vescovo e martire di cui Terni conserva le spoglie mortali.
San Valentino fu il primo vescovo della città, fu perseguitato dal Senato romano cadde martire il 14 febbraio del 273.

è per aver celebrato il matrimonio tra una giovane cristiana ed un legionario pagano che divenne il protettore degli innamorati. Ogni anno, nella basilica dedicata a san Valentino, centinaia di futuri sposi, danno vita a questa valentines day Pictures, Images and Photoscerimonia, scambiandosi una promessa d’amore.

Le manifestazioni valentiniane, che per tutto il mese di febbraio fanno di Terni la città di san Valentino, la città dell’amore, non sono soltanto religiose, ma coinvolgono anche esercizi commerciali, alberghi, cinema, teatri e locali ed offre grandi spettacoli, incontri culturali, itinerari dell’arte e del sapere.

KissLipsCow Pictures, Images and Photos

La festa degli innamorati ha origine nel tentativo della Chiesa cattolica di porre fine ad un popolare rito pagano per la fertilità.
Nel quarto secolo a. C. i romani pagani rendevano omaggio al dio Luperco, dio della fertilità e protettore del bestiame e delle messi. Durante il rito in suo onore, i nomi delle donne e degli uomini partecipanti venivano messi in un’urna, mescolati, e un bambino sceglieva a caso le coppie che avrebbero vissuto in intimità per un anno intero. La Chiesa era molto contraria a tutto ciò e volle trovare un uomo che sostituisse il dio Luperco e che rappresentasse l’amore, e videro in Valentino il candidato migliore.

Duecento anni prima, a Roma, il vescovo Valentino, proveniente dall’attuale Terni e amico dei giovani amanti, fu invitato dall’imperatore pazzo Claudio II a convertirsi nuovamente al paganesimo.
San Valentino, con dignità, decise di non rinunciare alla sua Fede, anzi, tentò imprudentemente di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio San Valentino fu lapidato e poi decapitato.

LE LEGGENDE SU SAN VALENTINO

Happy Valentine's Day!!! Pictures, Images and PhotosLa rosa della riconciliazione

HAPPY VALENTINE'S DAY! Pictures, Images and PhotosUn giorno, due giovani fidanzati che stavano discutendo, furono uditi da San Valentino. Egli subito uscì, andò loro incontro con il volto sereno e sorridente, tenendo in mano per loro una rosa, che ebbe il magico potere di calmare i due innamorati in lite.
I due tornarono da lui per ricevere la benedizione per il loro matrimonio, come aveva desiderato proprio il Santo Vescovo. Molti vennero a conoscenza dell’accaduto e invocarono la sua benedizione sulle famiglie appena nate. A causa degli impegni pastorali del Vescovo, le benedizioni furono stabilite per il quattordici di ogni mese, ed il quattordici del mese è rimasto, ma ristretto a quello di febbraio, giorno in cui egli cadde martire.

love Pictures, Images and PhotosI bambini

Happy Valentines Day... Pictures, Images and PhotosSan Valentino permetteva a tutti i bambini di giocare liberamente nel giardino che egli coltivava con tanto amore, e ogni tanto si affacciava dalla sua cappella per sorvegliarli.
Ogni sera egli scendeva in giardino, accolto dalla vivacità chiassosa di quei bambini e li benediceva tutti dando a ciascuno un fiore da portare alla propria mamma, assicurandosi che tornassero presto a casa e alimentassero amore e rispetto per i genitori.

L’amore sublime

Un giovane centurione romano, Sabino, si era follemente innamorato di una bella ragazza, Serapia, e la chiese in sposa. I genitori di lei, però, non erano favorevoli al loro matrimonio, perché Sabino era pagano, mentre tutti loro in famiglia erano cristiani. Serapia suggerì al suo innamorato di andare dal loro Vescovo per ricevere il battesimo, cosa che egli, per amore, decise di fare. Presto, però, si scoprì che Serapia era affetta da una forma molto grave di tisi.
All’arrivo del Vescovo presso il letto della moribonda, Sabino supplicò il Santo di non essere separato dalla sua amata. Valentino alzò le mani verso di loro e quei due cuori furono uniti per sempre da un dolce sonno.

I colombini

HAPPY VALENTINES DAY Pictures, Images and PhotosValentino possedeva un grande giardino che nelle ore libere dall’apostolato coltivava con le proprie mani. Egli era veramente buono e permetteva ai bambini di andare a giocare nel suo giardino, raccomandandoli di non fare danni, perché poi la sera avrebbe regalato a ciascuno un fiore da portare a casa. Valentino fu condannato dal re al carcere a vita. I bambini sentivano tanto la sua mancanza e Valentino, stando in carcere pensava ai bambini che ora non avrebbero più avuto un luogo sicuro dove giocare. Il Signore fece fuggire dalla gabbia del custode due dei piccioni viaggiatori, i quali, guidati da un misterioso istinto, ritrovarono il carcere dove stava chiuso il loro santo padrone. Valentino li riconobbe, dietro le sbarre della piccola finestra del carcere, li prese sulle mani, li accarezzò e legò al collo di uno un sacchetto fatto a cuoricino con dentro un biglietto, ed al collo dell’altro una chiavetta. Al loro ritorno si notò quello che portavano, e si capì subito che la chiavetta era quella del giardino. I bambini e i loro familiari furono pieni di gioia quando lessero il biglietto:love Pictures, Images and Photos“A tutti i bambini che amo… dal vostro Valentino”.



13 febbraio 2009

A VOLTE RITORNANO:ATTO I...RIMPATRIATA CON I VECCHI COMPAGNI DI SCUOLA...

...COME MOLTI DI VOI SANNO,VIVO DA QLCHE TEMPO SU FACEBOOK,E CI VIVO DECISAMENTE BENE,E' VERO CHE C'E UN MONDO SIA NUOVO DA SCOPRIRE,CHE IL RITROVO SIA DELLE ORIGINI CHE DI QLCOSA CHE NN SI SA BENE XCHE'(PROBABILMENTE,MA QSI SICURAMENTE ANCHE VOLONTARIAMENTE)SI E' PERSO DI VISTA X TANTISSIMO TEMPO...E TRAMITE UN PC,SI RIESCE A FAR TORNARE TUTTO LO SPLENDORE DELLA SORPRESA NEL RIVERDERSI E RITROVARSI...

E COSI E' SUCCESSO CON I MIEI COMPAGNI DELLE ELEMENTARI...CI SIAMO RITROVATI L'ALTRA SERA MERCOLEDI...AL SOTTOVOCE X UNA CENA DECISAMENTE CARINA(A PARTE IL CIBO SONO SINCERA...LA PROX VOLTA NIENTE PUB MA RISTORANTE!)TANTE RISATE E CHIACCHIERE SULLA VITA DI OGNUNO DI NOI...BELLO!!
DOPO X POCHI E' CONTINUATO FINO ALLE 2 AL MAMMOLO,IN UN ALTRO PUB(CARINISSSIIIIMOOO...ANCHE QLLO CON VARI RICORDI DEL PASSATO!)
E NELLA SPERANZA D'INCONTRARCI ANCORA...


UN BESO ENORME BX

12 febbraio 2009

IL SESSO DIPENDE DALLA PRIMA LETTERA DEL TUO NOME<3<3<3

CARINISSIMAAAA CHI SI RICONOSCE?VI DIRO'....

11 febbraio 2009

FIERA DEGLI SPOSI A TOLENTINO:CASTELLO DELLA RANCIA

OHHH...posso dire che come ogni fiera,anche qsta mi rimmarra' nel cuore,il posto semplicemente incantevole,peccato il fango,causato dall pioggia battante di venerdi e sabato,ma domenica ci siamo goduti un sole stupendo...e il castello rendava da matti...il castello delle fiabe...d0ve anch'io vorrei sposarmi!

abbaimo lavorato duramente e dato via un sacco di dvd e brocure...e sono sicura che ci sara' un riscontro a livello lavorativo notevole...bravissimi noi...paolo e ale...spattacolari e lo stand notevole...
adesso mi godro' un sano riposo a bologna x qlche tempo e dopo si rincomincia!

le foto parlano chiaro...il posto meritava moltissimooooo!!!!

amoriniiiiiiiiiiiiiiii6



princess sexy so



un beso a tutti di cuore...
bx

10 febbraio 2009

X FACTOR LA STORIA DELLA PRIMA EDIZIONE

BELLO QSTO VIDEO...NONOSTANTE NN L'ABBIA VISTA...AL CONTRARIO DI QST 'ANNO...



UN BESO BX

sono indignata?no troppo un po' rattristata?no troppo...sono solo nauseata...

bhe ieri sera e' stato clamoroso...ascolti record al grande fratello...si nonostante ci fosse una notizia a dir poco triste,qllo della morte della povera eluana,ma nn sono in grado di parlarne,nonostante io l'abbia seguita come credo moltissime persone che guardano il mio blog,ma ci sono canali che hanno piu il dovere di parlarne...

il caso federica:articolo dal tempo:
Squalificata dal gioco. È questo il provvedimento che il 'Grande Fratellò del 'Gf9' ha deciso di prendere nei confronti di Federica Rosatelli, l'ex modella romana colpevole di aver scagliato un bicchiere contro l'imprenditore napoletano martedì scorso.

Nella diretta di questa sera, Alessia Marcuzzi ha ricordato ai ragazzi che seppure «le emozioni che si provano all'interno della Casa sono spesso violente e difficilmente controllabili», la soluzione naturale di questi contrasti resta «il confronto verbale. Se questo confronto si trasforma in azioni contrarie alle norme di convivenza civile, il 'Gf' deve intervenire per ricondurre la vita nella Casa a comportamenti dettati più dal buon senso che dal regolamento».

Dopo aver letto il comunicato, la conduttrice ha voluto chiedere ai due protagonisti della lite il loro giudizio su quella serata. Pur scusandosi per certi termini 'fortì che aveva usato, Gianluca ho sottolineato ancora una volta che questo non giustifica che «mi venga tirato un bicchiere a dieci centimetri dal viso», aggiungendo che, «se andiamo indietro coi comportamenti, Federica ha avuto un atteggiamento simile anche con altri inquilini nella Casa». Federica è invece apparsa subito dispiaciuta dell'accaduto: in lacrime, ha chiesto più volte scusa, spiegando in confessionale, dopo aver visto un videomessaggio della madre, che «l'ho fatto perchè mi sono sentita 'attaccatà, ma non lo volevo assolutamente colpirlo, non lo rifarei più, non sono stata bene con me stessa e ho fatto una cosa vergognosa».

Prima di leggere il provvedimento definitivo, Alessia Marcuzzi ha chiesto a tutti i ragazzi se intendevano perdonarla: Ferdi, Marcello, Cristina, Gerry, Claudia, Alberto e Vittorio hanno spiegato, con motivazioni diverse, di non perdonare. Vanessa, Annachiara, Marco e Nicola hanno detto di averla già perdonata. L'ultimo a rispondere è stato Gianluca, che ha detto di «perdonarla a livello umano» ma «non ai fini del gioco», perchè i suoi atteggiamenti aggressivi hanno portato alcune persone nella Casa ad «avere paura di parlare». Prima di uscire, Federica è sembrata molto calma: «Ho già preso tanto qui dentro - ha detto - e poi ho trovato Nicola».

e' sicuramente una persona che ha dei problemi,ma l'hanno demolita...si demolisce cosi pubblicamente qlcuno?ma scherziamo?e xche gianluca nn l'hanno mandato a casa?
ohhh...ma la violenza verbale nn conta nulla?chi sei tu x dirmi della FALLITA SGUALDRINA?assolutamente nessuno...mi dispiace ma avrei fatto lo stesso...magari nn il bicchiere ma una sana sberla gliela avrei lanciata...e tutti a nn perdonarla...che tristezzaaaa!!!!

va bhe mio personale pensiero...

ora un po' di risate...:







un beso bx

5 febbraio 2009

FIERA DEGLI SPOSI AL CASTELLO DELLA RANCIA A TOLENTINO




Sulla pianura situata alla sinistra del fiume Chienti, nel maceratese, s’innalza, maestoso e suggestivo, il Castello della Rancia ricostruito nel sec. XIV sulle strutture di una preesistente grancia cistercense. Il Sindaco del Comune di Tolentino accoglie i visitatori del sito: “Un millennio di storia e forse più: a questo ci richiama un monumento cui mai la vista si abitua e sempre desta meraviglia e stupore, anche in chi ogni giorno lo sfiora. Le torri e le mura del Castello della Rancia raccontano storia e leggende, i manufatti […] ne raccontano la vita.” Il sito contiene cenni storici, riferimenti alla organizzazione del Castello, gli ingressi, il mastio, gli interni, gli armamenti.

LA FIERA SI SVOLGERA' PROPRIO IN QSTO POSTO INCANTATO...adoro le fiere...

si terra' dal 6 al 8 febbraio...nn posso chiedervi di accorrere...ma se siete nei paraggi venitemi a trovare...

nn ve ne pentirete e ci divertiremo moltissimo insieme!!!!

andate anche nel sito del mio moroso:

www.ristorantediana.com

un beso enormeee a presto
bx

martedi cinemaaa...REVOLUTIONARY ROAD


Revolutionary Hill, 1955. Frank e April Wheeler sono una giovane coppia middle class che coltiva noia e anticonformismo in un sobborgo benestante (e benpensante) di New York. April partecipa con modesti risultati alle recite della filodrammatica locale e Frank indugia in un lavoro ordinario in attesa di “trovare la sua strada” e il suo essere straordinario. Belli e colti, intelligenti e sofisticati, i Wheeler sono ammirati dai più ovvi vicini di casa e da un'inopportuna agente immobiliare. Nel privato, invece, la coppia prova a resistere all'amore finito e ai silenzi infiniti, alle notti bianche e ai bicchieri pieni. Frank inizia una squallida liaison impiegatizia, April si inventa una vita a Parigi, dove vorrebbe trasferire la sua famiglia e la sua inquietudine. L'idea romantica della fuga riaccende la passione nel talamo e la fiducia nel futuro ma la “rivoluzione” cova sulla Revolutionary road.
Ambientato a metà degli anni Cinquanta, nella provincia del Connecticut, immerso in colori, musiche, oggetti, toni e bigottismi dell'America più conservatrice e moralista, Revolutionary road è un (melo)dramma trasposto con ossessiva fedeltà dal romanzo omonimo di Richard Yates. Sam Mendes trasforma l'infiammabilità inesplosa e trattenuta di una giovane coppia di coniugi in un film che scoppia nel momento in cui sfiora la realtà. La Revolutionary road è percorsa da un'energia (in)controllata, che pulsa sotto la compostezza della messa in scena, suggerendo ciò che si deve assolutamente tacere. Dietro alla casetta a due piani, il giardino, l'automobile, due figli e un'agente immobiliare che racconta ai suoi clienti questa perfezione, c'è l'assordante tristezza che deriva dalla solitudine della protagonista, costretta a misurarsi con la mostruosa normalità che l'assedia dentro e fuori le mura domestiche. Soltanto il figlio folle e alienato della signora Givings intuisce la consunzione dell'amore coniugale e il deperimento della cartolina dentro la quale vivono i Wheeler, costretti a recitare in continuazione una sicurezza che non hanno. Saranno le sue parole prive di sfumature a incrinare la superficie levigata della loro vita, lasciando affondare sogni e ambizioni, sostegni e corazze, silenzi e ipocrisie.
Se American Beauty era pieno di stile e poco di vita, ridotta in realtà a una sua caricatura glamour, Revolutionary road si confronta con la crudezza della vita, lontano dal paradiso e in bilico sulla vertigine. Competente nel costruire estetiche che somigliano a racconti e a produrre emozioni legate alla cura della forma, questa volta Mendes si concentra anche sui contenuti. Scegliendo Richard Yates come territorio della sua analisi dell'America degli anni Cinquanta, Revolutionary road non è un salto indietro nel tempo compiuto con la consapevolezza degli anni trascorsi e delle rivoluzioni vissute, quanto una messa in discussione del presente attraverso uno sguardo già posato. I Wheeler di ieri sono uguali a quelli di oggi, soltanto meno consapevoli della propria mediocrità. Abitano un sogno (e una casa bianca) compromesso dal fallimento di relazione con l'altro ma soprattutto dall'impossibilità stessa di uscire fuori da sé. Frank e April, morbosamente addolorati e incapaci di amarsi un'altra volta, rappresentano con estrema chiarezza la crisi dell'individuo nella società e permettono allo spettatore di riflettere sulla farraginosa complicatezza della vita affettiva. Leonardo Di Caprio e Kate Winslet scivolano sulla colta superficie delle immagini, colorando i segni invisibili eppure percepibili di un fallimento che annulla la volontà e nega il desiderio. Dopo l'amore smisurato sulla prua del Titanic Rose/April e Frank/Jack naufragano sulla Revolutionary road, dove sperimentano la vertigine del guardarsi negli occhi, prima di sprofondare, di nuovo soli, nel fondo dell'abisso.



BELLO,soprattutto x la loro interpretazione da oscar entrambi....ma lento molto lento!!!!
un beso bx

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