7 marzo 2012

LA "MIA" COMPAGNIA DELLE SCARPE GIALLE...


LA PAROLA AI GIURATI:

La parola ai giurati è un film del 1957 diretto da Sidney Lumet, alla sua prima prova da regista. La sceneggiatura è un adattamento dell'originale soggetto di Reginald Rose Twelve Angry Men del 1954, scritto per la TV.
Il film racconta la storia di un componente di una giuria, il quale, sulla base di un ragionevole dubbio, tenta di persuadere gli altri undici membri ad assolvere un ragazzo accusato di parricidio.
Il film si segnala per essere quasi interamente girato su un solo set: infatti, ad esclusione di tre minuti suddivisi tra l'inizio e la fine e due brevi scene girate in una sala da bagno, l'intera vicenda è ambientata nella stanza in cui si riunisce la giuria. A parte il giurato n.6 che, a inizio film, firma un documento come "Scott" e i giurati n° 8 e n° 9, che si presentano all'uscita dal tribunale, nessun nome è usato nel film: all'imputato ci si riferisce con "il ragazzo", ai testimoni con "il vecchio" e "la signora dall'altra parte della strada"

TRAMA:

 
Il film prende avvio dopo che il giudice riassume il caso in esame, prima di fornire le ultime istruzioni alla giuria. Un uomo è morto, suo figlio è accusato di essere l'assassino. In accordo con la legislazione americana (ora come allora), il verdetto (di colpevolezza o innocenza che sia) deve essere espresso all'unanimità. Un verdetto non unanime porta alla ripetizione del processo. La giuria è inoltre informata che un verdetto di colpevolezza condannerà certamente il ragazzo alla sedia elettrica. I dodici giurati si dirigono verso la stanza in cui svolgeranno il proprio lavoro e dove, discutendo il caso, conosceranno la personalità l'uno dell'altro.
La trama del film si sviluppa attorno alle difficoltà che incontrano i giurati a raggiungere un verdetto unanime, difficoltà dovute in alcuni casi ai pregiudizi di alcuni di loro. Dopo l'approccio iniziale, in cui il gruppo chiacchiera informalmente, si aprono i lavori e si comincia con una votazione preliminare al termine della quale 11 giurati si schierano per la colpevolezza. Solo il giurato 8 vota per la non colpevolezza. Il gruppo reagisce con rabbia e sarcasmo contro chi non si conforma, e l'8 motiva la sua scelta dichiarando di non essere del tutto convinto dell'innocenza del ragazzo, ma che questi ha comunque diritto ad un giudizio equo e approfondito, essendo in gioco una vita umana. Si ripercorre pertanto il processo, vengono riesaminate le prove messe agli atti, in particolare il coltello che è servito come arma del delitto. Si valutano inoltre l'accuratezza delle testimonianze e l'affidabilità dei testimoni che accusano il ragazzo. Lentamente emerge che il processo è stato condotto in modo affrettato, e che l'imputato è stato difeso da un avvocato d'ufficio svogliato, il quale ha trascurato aspetti essenziali della vicenda e non ha posto domande fondamentali per chiarire la posizione del suo assistito. Con il trascorrere del tempo, sempre più giurati si schierano per la non colpevolezza. Infine, si raggiunge l'unanimità e l'accusato è assolto. Tutti i giurati lasciano la stanza.

 CONGRATULAZIONI ALLA MIA COMPAGNIA,sono molto fiera di loro,sono stata con loro l'intero w-end e ho visto tutte le replice,ossia 3...che soddisfazione anche x me che l'ho vissuta dall'esterno,nonostante tutto mi sono sentita quasi svenire quando stavano per entrare,mi e' tornata una gran voglia di recitare e da lunedi ho rincominciato!!!incrocio le dita x il testo...

un beso bx

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