12 aprile 2008

venerdi 11 aprile...musical hairspray...itc teatro...


Nikki Blonsky ha un fisico debordante come la sua vitalità. È un'adolescente che vive a Baltimora e che non sogna altro che poter ballare. Per il momento lo fa dinanzi al televisore di casa mentre segue il programma preferito della televisione locale: il Corny Collins Show. Nikki vorrebbe diventare una delle ballerine del programma e, al contempo, colpire al cuore il dancer Link Larkin. La mamma di Tracy, Edna, cerca di ostacolare la ragazza perché teme che i suoi sogni vengano pesantemente infranti. Papà è invece dalla sua parte.
Remake di remake questo di Shankman. Molti ricordano l'esplosione di Hairspray sugli schermi grazie all'irriverenza di John Waters (qui in un cameo role) e di Divine che, nell'ormai lontano 1988, non mancarono di scandalizzare gli uni e divertire gli altri. Passato poi con successo sui palcoscenici di Broadway il musical è ora pronto per una rivisitazione che è al contempo segno di coraggio ma anche di passività. Passività perché siamo ancora una volta di fronte al 'già visto' (ma almeno dichiarato) come se Hollywood avesse perso il gusto della novità. Coraggio perché il regista si è preso la libertà di rileggere lo show e gli anni Sessanta con una chiave di lettura personale.
La segregazione razziale e la diffidenza nei confronti del diverso erano e sono i temi politicamente corretti che innervano il susseguirsi di canzoni (forse troppe al cinema) e parlato. Shankman ce li ripropone in una sorta di rivisitazione filologicamente accurata affidando la trasgressione (la norma è incarnata dalla sempre splendida, anche quando è odiosa, Michelle Pfeiffer) a un John Travolta 'en travesti' dalle dimensioni del Jabba di Star Wars che si regala il suo numero di ballo scatenato. A lui si affianca una Queen Latifah destinata, come lieto fine da musical vuole, a godere la sconfitta della sua più acerrima rivale.
Nel complesso si tratta di un'operazione vincente che, onestamente, non nasconde l'obiettivo di far avvicinare ad il pubblico internazionale che il troppo intellettuale Waters non aveva raggiunto.






un beso bx


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