17 luglio 2008

new York, Upper East Side. A casa Cain è nata la secondogenita, Lily. Papà Brad e mamma Abby sono molto felici. Lo è molto meno il fratello di nove anni, Joshua. Bambino che preferisce il pianoforte all'attività sportiva, Joshua è apparentemente educato e rispettoso ma il sospetto che cerchi di liberarsi della sorella non è infondato. Lily comincia infatti a piangere in modo disperato sin dai primi giorni dopo l'arrivo a casa. Da qui prenderà il via un crescendo di tensione che porterà a una conclusione per molti inattesa.
George Ratliff, alla sua opera seconda, affronta il filone 'bambino malefico' proponendocene una versione che si vorrebbe più legata di altre che l'hanno preceduta a un approfondimento psicologico delle dinamiche all'interno della famiglia. Si 'vorrebbe' perché il film, che ha tutte le caratteristiche di un'opera di genere di buon livello, non va però più in là di una corretta rivisitazione dei 'luoghi' classici che gli appassionati si divertiranno a riconoscere ed elencare.
Ha però indubbiamente dalla sua un Sam Rockwell che ci propone una figura paterna sempre in bilico tra l'amore e l'istintiva diffidenza nei confronti del proprio primogenito e un giovane protagonista rigido e ambiguo quanto basta. I colpi di scena non mancano. Quella che latita è la credibilità di alcune situazioni (un esempio per tutti la psicopedagogista che crede di avere elementi per accusare un componente della famiglia e non si sogna minimamente di denunciarlo). Per il resto nulla di nuovo sotto il sole.

schiiiiiiiiiiiiiiifoooooooooooo...bleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhhhh!!!


un beso bx


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