Gill Grissom lascia C.S.I.: la notizia (che in un certo senso era già nell’aria), colpisce tra capo e collo i fan della serie, che perde così il suo simbolo, il suo personaggio forte. Dopo che la settima serie lo aveva visto già latitare per metà puntate (il personaggio interpretato da William Petersen era impiegato in un ciclo di lezioni universitarie), l’ottava stagione lo vedrà dare il saluto a C.S.I.
Ma alla CBS (che produce la serie) non potevano non pensare ad un sostituto che fosse per lo meno in grado di reggere l’eredità: la scelta è caduta su Laurence Fishburne, noto ai più come il Morpheus di Matrix, ma comparso anche in Boyz n the Hood e in 21. L’attore di colore ha sicuramente una presenza fisica notevole, capace di non far rimpiangere un giganteggiante William Petersen.
La produzione descrive il suo personaggio – un ex patologo che insegna criminologia in un college – come “un uomo che conosce il suo segreto e sta compiendo un viaggio per capire quale sarà l’evoluzione definitiva della propria personalità”. Grissom e il nuovo personaggio si incroceranno in un paio di puntate, dettaglio che rivela quindi che Petersen non abbandonerà del tutto la serie.
Fishburne ha anche detto la sua su C.S.I., dichiarando: “Non voglio assolutamente identificare la mia presenza con lo show, l’evento è quest’ultimo. Per la verità, non ero un fan della serie, ma gli episodi che ho girato mi sono sembrati molto coinvolgenti, bui, molto simili a certi lavori in cui sono stato coinvolto nel passato”.
Prima Jorja Fox poi Gary Dourdan hanno abbandonato il set della serie poliziesca più amata degli ultimi anni, C.S.I. Ma la vera notizia è l'uscita di scena di William Petersen, che si sveste dai panni del geniale Gil Grissom "ma resterà come produttore esecutivo, e nel caso la CBS lo ritenga necessario, tornerà a interpretare il personaggio". Lo ha confermato la produttrice esecutiva Carol Mendelsohn. L'attore Petersen invece ha precisato: " Non voglio che il mio addio al sequel venga considerato definitivo perché potrei tornare saltuariamente come guest-star". Decisione già presa in precedenza, quando Lev Schreiber lo ha sostituito per permettergli d tornare al suo amore di sempe, il teatro.
La prossima stagione di C.S.I., quello originale da cui sono derivati i vari spin-off sparsi in giro per l’America - sarà piena di colpi di scena ma soprattutto a far parlare saranno i protagonisti. Petersen pare abbia intenzione di allontanarsi dal set a partire dalla decima puntata della nona stagione.
Per un Grissom che lascia la squadra, gli autori hanno previsto nuovi arrivi per dare una scossa alla storia ed avere spunti narrativi stimolanti. Uno di questi, sarà l’agente Riley Adams (Lauren Lee Smith, già in The L Word) che presto sarà affiancata da un nuovo collega, per cui i casting non sono ancora chiusi.
ti ho amato moltissimo griss...ho visto ogni singola puntata...sperando un giorno di vivere un avventura con te...
Sul finire dell'Ottocento, Londra è una città affascinante e pericolosa. Le novità tecnologiche attirano i cittadini più curiosi, ma il richiamo per l'occulto e il soprannaturale è altrettanto forte. Quando Sherlock Holmes e il fido dottor Watson consegnano l'assassino di giovani donne Lord Blackwood alla giustizia e, dopo aver assistito all'esecuzione capitale, assistono non di meno alla sua apparente resurrezione, Holmes è felice di potersi finalmente interessare di qualcosa alla sua portata. Tanto più che si è ripresentata a lui la bella Irene Adler, chiedendo il ritrovamento di un uomo che si scoprirà interrato nella bara di Blackwood. I casi si intrecciano, si aggrovigliano, sporcano gli abiti di fumo e di avventura. Guy Ritchie punta su un indirizzo ambizioso: 221B, Baker Street. Lente d'ingrandimento alla mano, smette di farsi sedurre dall'eccentricità per accumulazione (i tanti personaggi delle pellicole precedenti) e la trova, purissima, per “concentrazione” nella figura di Sherlock Holmes, così come fece capolino inizialmente sulle pagine di Conan Doyle, prima di rifarsi trucco e parrucco in seguito alle ingerenze dei lettori, della storia, della leggenda e del cinema stesso. Un uomo di straordinario acume e ugual passione per l'azione, ordinato mentalmente come nessun altro (se n'è fatto un “metodo”), che vive da bohemien nel disordine dei ritagli di giornale (la cronaca scandalistica), della polvere (bianca?) e dell'assenza di regolari abitudini, scazzottando alla bisogna a mani nude. Questo ritorno alle origini del personaggio –benché poi la sceneggiatura segua un plot originale- è una prima evidenza a favore del lavoro di Ritchie. Seconda, ma intimamente connessa, viene la scelta degli interpreti: il nuovo Holmes emerge, coerente e vigoroso, dalla zona di intersezione e sovrapposizione tra le caratteristiche romanzesche del detective di Conan Doyle e quelle reali e “biofilmografiche” di Robert Downey Jr., talento istrionico, uomo intelligente e contraddittorio, paladino iron(ico), non privo di invadenti fantasmi e noti (alle cronache) trascorsi. Al suo fianco, Jude Law è un dottor Watson con personalità, un passo indietro in quanto a genialità e spavalderia ma complice sincero, coinquilino avvenente, braccio (destro) e spalla (fuori e dentro la finzione) che valgono bene una scenata di gelosia, un tocco di isterismo, una manciata di voluta ambiguità. Rachel Mc Adams, infine, è “la donna”, furba e traditrice, unica fonte femminile di interesse per il nostro, in quanto caso irrisolvibile, abitante di quel territorio del diavolo - la criminalità elegante e scaltra - con cui il protagonista flirta tanto piacevolmente. Ma uno più uno, questa volta, non fa un due pieno. Qualche spacconeria di sceneggiatura, non poche lungaggini, dialoghi che promettono ma non conquistano, fermano lo spettatore dal fregarsi le mani e gli lasciano sul viso un sorrisetto sarcastico. Alla Holmes.
Mikael Blomkvist è un giornalista ostinato e idealista, sconfitto in tribunale dal potente uomo d'affari incriminato dalla sua inchiesta. Lisbeth Salander è una giovane hacker asociale e introversa, abusata in famiglia e segnata dalla detenzione in una clinica psichiatrica. Henrik Vanger è un ricco industriale ossessionato dalla scomparsa della nipote, avvenuta quarant'anni prima. In un'isola bagnata dal Baltico e abitata dal potente clan dei Vanger, Mikael, Lisbeth ed Henrik si incontreranno, collaborando a risolvere i loro destini, minacciati da un passato oscuro e rimosso. Rinchiusa nei canoni del cinema (thriller e abuse movies) di genere, il regista danese Niels Arden Oplev conserva la critica sociale prodotta dalle pagine di Stieg Larsson, autore della trilogia "Millennium" e creatore di un'eroina “interrotta”. Le vittime principali delle persecuzioni e delle violenze del primo romanzo dello scrittore svedese sono evidentemente le donne, i carnefici sono dei mostri che vanno eliminati senza sconti, indulgenze o garantismi. Il terrore nel libro e nel film omonimo non corre sul filo ma nel luogo sacro dell'immaginario europeo, la famiglia. Al centro di Uomini che odiano le donne si muove allora il potente clan dei Vanger, dominato da patriarchi antisemiti che hanno praticato il nazionalsocialismo in un passato nemmeno troppo lontano. Mikael Blomkvist, "assoldato" dal vecchio Henrik per far luce sulla sparizione dell'adorata nipote, incarna l'irruzione di una turbativa del presunto ordine familiare. Affiancato dall'inquieta ma efficiente e dinamica Lisbeth, il giornalista comunista di Millennium indaga e poi smaschera il misfatto che racchiude la storia occulta della famiglia, il nucleo rimosso della realtà dei Vanger (e di una nazione). Sul film e sul romanzo aleggia di fatto il retaggio dei traumi non pacificati della "socialdemocratica" Svezia, le cui politiche eugenetiche, atte a preservare il ceppo popolare svedese dall'incrocio con elementi razziali stranieri, furono fonte di ispirazione per la Germania hitleriana. Se la Svezia non espresse pienamente la ferocia nazista e non rappresentò un pericolo analogo, rivelò comunque un regime subdolo e totalitario, democratico ma totalitario. L'immoralità e il male, scrive Larsson e traduce in immagini Oplev, si nascondono allora dietro nomi insospettabili, dietro la "normalità" familiare, sede privilegiata di incubi spaventosi. I fantasmi (come Harriet) generati dall'universo borghese ossessionano lo zio Henrik, volto morale e perbene dei Vanger, che denuncerà le piaghe dolorose di quell'"infanzia", infrangendo per la prima volta l'omertà che ha sempre protetto i "padri". Non è mai facile adattare un romanzo e risolvere in maniera brillante i problemi che derivano dalla costruzione letteraria ma ugualmente il regista danese, chiamato a viaggiare tra le pagine di Larsson, ha proposto un repertorio di soluzioni sazie di vita e di tutto il suo carico di orrori e desideri, di amore e follia, di gioia e crudeltà. Costruito secondo uno schema classico, Uomini che odiano le donne trova l'elemento più interessante negli attori (Michael Nyqvist, Noomi Rapace), che "riparano" una regia retorica e zoppicante, incline suo malgrado a semplificare e banalizzare il modello letterario. Quello di Niels Arden Oplev è un film riuscito a metà, che chiarisce tutto, ma proprio tutto, attraverso l'uso enfatico del flashback: l'evocazione di un evento anteriore conferma ciò che già sapevamo e ogni pezzo narrativo finisce al suo posto. Nessun rischio, nessun superamento del senso comune del linguaggio cinematografico, nessun margine di inespresso. A-dogmatico.
il libro:
Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita. L'incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è il giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con l'aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, indimenticabile protagonista femminile al suo fianco ribelle e inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose.
ho amato molto qsta serie tv...me la sono vista e goduta nella sua piu' totale orriginalita' e anche malinconia...ho avuto momenti di duro sconforto e con loro mi sono spesso sentita depressa...ho amato i personaggi...e via dicendo...ma i trailer sono geniali e qndo posso me li guardo...unici e i miglioriiiiiiiiiiiiiii!!!
season 3:
season 4:
season 5:
chissa se un giorno riusciro' a rivederla...bellissima!!!
Dexter è una serie televisiva basata sul romanzo La mano sinistra di Dio (Darkly Dreaming Dexter) di Jeff Lindsay. La storia ruota intorno al personaggio di Dexter Morgan, interpretato da Michael C. Hall (Six Feet Under). Rimasto orfano all’età di tre anni, Dexter viene adottato da un agente della Polizia di Miami, Harry Morgan, che vede presto in lui delle tendenze omicide. Gli insegna quindi quello che, da adulto, Dexter chiamerà il “Codice di Harry”, cioè incanalare questa sua macabra propensione alla morte in una strada più “costruttiva” e uccidere solo brutali criminali (pedofili, mafiosi o killer di persone innocenti) che sono riusciti a sfuggire alla macchina della giustizia. Per soddisfare il suo lugubre interesse per il sangue e coprire i suoi stessi crimini, Dexter lavora come perito ematologo per il Dipartimento di Polizia di Miami. Assassino preciso e risoluto, nasconde la sua verità dietro una maschera di uomo (quasi) normale e socialmente responsabile. È molto amato da molti suoi colleghi e dai figli della sua fidanzata.
La prima stagione si è conclusa in America il 17 dicembre 2006. Il 2 novembre, la rete televisiva Showtime ha dato notizia di una seconda stagione della serie, girata a partire dal 21 maggio 2007 e verrà trasmessa a partire dal 30 settembre 2007. La trama della seconda stagione sarà originale e non basata sul romanzo di Jeff Lindsay
il finale:
DEXTER STAGIONE 3 ANTICIPAZIONI:
NN VEDO L'ORA DI VEDERE LA 3 STAGIONE DI DEXTER!!!
UN BESO BX
16 dicembre 2009
Tende come porte, da cui escono musicisti e ballerini. Schermi trasparenti che scendono dal soffitto e mostrano le immagini di artisti che si affacciano da entrate virtuali. E osservano. Ci sono davvero? Benvenuti al Cirque du Soleil. Un tripudio di corpi, colori, luci e musica. Danze meravigliose, africane, arabe, mediorientali, in un gioco di ombre e illusioni. E carne, muscoli, vita, movimenti sinuosi, perfetti, matematicamente sincronizzati. È come un sogno. E insieme, una provocazione di sensi continua per lo spettatore.
Poi l’acqua appare sui tendaggi e un uomo che vola con un pallone sembra fluttuare nei fluidi. È quindi il turno del fuoco, e ancora della terra, dell’aria. I quattro elementi fondamentali della vita, della filosofia, del mondo. Una ragazza in costumino sbrilluccicante muove trenta hula hoop, tutti insieme, in un movimento sensuale e ritmato. Mentre fantasmi aleggiano sugli spettatori, tra fumo colorato, percussioni e mandolini. È un delirio. Delirium, appunto, uno degli spettacoli di punta del Cirque du Soleil.
Gli artisti che si esibiscono provengono da ogni parte del mondo. Ma il circo nasce a Montréal, in Québec, Canada. È l’export ufficiale della città, ci perdoni Célin Dion. Ma perché il circo è così importante per Montréal, e viceversa? Si tratta di una storia un po’ fantastica, che soltanto un circo può raccontare.
Nel 1984, un certo Guy Laliberté, all’epoca suonatore ambulante per le strade della città vacanziera di Baie-Saint-Paul, decise di fondare un circo. Nuovo. Senza i tre anelli classici, i pagliacci dai nasi rossi, gli animali ammaestrati e il classico odore di circo. Il circo Laliberté avrebbe mostrato fantasie visuali, orchestrato musiche misteriose, inventato linguaggi e prodezze di movimento eseguite solo da, udite udite, esseri umani. Una sfida, o una follia. Che oggi è realtà. Partito con 73 persone, ora il Cirque du Soleil ne vanta oltre tremila in tutto il mondo, inclusi 700 artisti. Soltanto il quartier generale, a Montréal, ne conta circa milleseicento. Non male per un suonatore di strada. Anzi, ex suonatore di strada: oggi Laliberté è il presidente del consiglio di amministrazione di una multinazionale famosa e redditizia.
Esistono diverse produzioni del Cirque du Soleil, che girano senza sosta l’Europa, l’America, l’Asia e l’Australia. Senza contare i quattro spettacoli fissi a Las Vegas e uno in Florida.
ho preso i biglietti x il 20 e un altra data...andro' sia a pesaro che a bologna!!!nn vedo l'oraaaa!!!!sono emozionatissimaaa!!! un beso bx
dopo lo spettacolo che la compagnia delle scarpe gialle ai portici in via indipendenza ci siamo impadroniti del pianoforte e abbiamo fatto bordello fino a tardi...da caroli...sempre in centro...che dire...siamo semplicemente specialiiii ce lo diciamooo sempreeee!!!
grazie amici delle bellissime serate...a volte ne sento proprio la necessita...ultimamente sto un po' impazzendo...metto in discussione tutti e tutto...
ahhhhhh...che meravigliaaa...una serata divertente...io,betty(padrona di casa),jack,danilo e il fidanzo di danilo...(nn ricordo il nome!)...abbiamo cucinato...mangiato un arrosto buonissimo e un sacco di verdurine dietetiche ...e abbiamoooo stra risoooooooo...fino a tardi!!! ringrazio tutti x la seratona ...
devo ammettere che e' stata una bella serata...bella gente...bella atmosfera e locale molto caruccio...nonostante fosse un martedi sera,che solitamente vado rigorosamente a letto presto...abbiamo tirato fino alle 2,00 e con me che fotografavo allegramente...le mie amiche modelle...prestate alla mia vena,poco artistica...ma che vorrebbe tanto esserlo...mi piace abbellire le persone...perche tutti siam belli...soprattutto le amiche che amo!!
ma soprattutto cosa assai importante grazie ad una persona x qsta serata: alla
Ogni compleanno è un traguardo, un avvenimento, una conquista, un momento di crescita. E'un capitolo che si chiude e un altro che si apre verso l'incognito... e io ti auguro che sia un incognito magico e pieno, anzi, stracolmo di cose belle. Buon Compleanno.
un beso enorme
Ho paura degli altri, che non riescano a capirmi, né ad accettarmi. Ho paura del fuoco, che divori ogni cosa senza lasciami scampo. Ho paura del mio cuore, che non si apra. Ho paura della solitudine, che sia per sempre. Ho paura di morire, che non riesca a finire ciò che ho cominciato.Spesso ho la "dannata" percezione di essere solo uno specchio e che per conoscermi veramente dovrei riflettermi in un altro specchio.Chissà perché quel senso di inspiegabile malinconia non si staccava mai da me, come il pensiero di una luna che brilla lontano mentre mi immergo nel fondo della notte, una notte che mi tinge di blu fino alla punta delle dita.
Un testo di Matéi Visniec per il nuovo spettacolo del Teatro dell’Argine
Del sesso della donna come campo di battaglia nella guerra in Bosnia è la prima rappresentazione italiana dell’omonimo testo di Matéi Visniec, per la regia di Nicola Bonazzi con Micaela Casalboni e Giulia Franzaresi.
Lo scenario è quello della guerra nella ex Jugoslavia. Kate, una psicologa americana chiamata a sostenere i militari impegnati nella riapertura delle fosse comuni, si occupa ora di Dorra, una giovane donna che ha subìto violenza in un’azione di rappresaglia. Matéi Visniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, rilegge la violenza delle guerre balcaniche alla luce di una sensibilità acuta e penetrante, alternando riflessione e rappresentazione, e delineando due indimenticabili figure di donna alle prese con un dramma irriducibile, in un teatro della parola che riesce a dare evidenza fisica al dolore e allo strazio di ogni guerra.
Ultimo anno di liceo. Forks. Il giorno del suo diciottesimo compleanno Bella entra in crisi, poiché mentre lei è destinata ad invecchiare, Edward, l'innamorato vampiro, rimarrà per sempre un diciassettenne. Incapace di proteggerla dal dolore, il ragazzo lascia la cittadina insieme alla famiglia, chiedendole di non fare gesti sconsiderati e promettendole di non tornare. Bella, però, scopre che sfidando la sorte può rivederlo, anche solo per pochi secondi e, come se non bastasse, trova conforto nell'amico Jakob, che è un licantropo e dunque un nemico naturale e giurato dei vampiri. New Moon, il secondo capitolo della saga di Twilight, scosta le tende del sipario e la rivela per quel che realmente è, ovvero una rappresentazione dell'amore romantico, l'allestimento di una fiaba, dove Bella è l'eroina contesa e in pericolo costante, Edward il principe vittima di un crudele incantesimo e il "per sempre" è il finale scritto in partenza, non in uno ma in multipli modi. Passando per il richiamo esplicito a “Romeo e Giulietta” e approdando alla scenografia trionfale e al costume della sequenza presso i Volturi, all'interno della “ricostruzione” per la festa di S. Marco, Chris Weitz anziché abbigliarla di fatto spoglia la saga di Twilight delle sue coperture (il college-movie, il “mistery") e ne espone lo scheletro. Resta l'idea di utilizzare la metafora del mostro per parlare di quei sentimenti umani la cui intensità supera la razionalità (l'utopia di un amore che possa proteggere dal male, per esempio) ma non è cosa nuova e meno che mai espressa in modo nuovo. A poco serve, dunque, ribaltare i ruoli e dipingere un Edward flemmatico e sacrificale, conciato da Cristo morto (e quanti riferimenti a inferno e paradiso…), e una Bella assetata di adrenalina che si cimenta a più riprese nella morte per finta, quasi fossero le prove generali (di nuovo: lo spettacolo) della trasformazione che le toglierà (forse) la vita ma le negherà ugualmente la morte. Non sono certo i dialoghi, infine, a scongiurare la noia. Si ripetono in circolo (vizioso) i versi universalmente noti del sentimento amoroso, senza ricerca alcuna del particolare, dello scarto: Weitz si appoggia al lascito della Hardwicke per quel che concerne l'impianto visivo generale, alla fantasy(a) della Meyer per la sostanza del racconto, al puritanesimo che veglia sull'intera operazione narrativa e produttiva; poi, là dove non ha voce, stende un tappeto sonoro continuo e adotta un'estetica da videoclip che, però, è ripiego, scorciatoia evidente. I Volturi puniscono i vampiri che danno spettacolo di sé, ma era quello che chiedevamo di vedere e ci è stato negato.
Basta chiudere gli occhi per annullare il tempo e le distanze... puoi essere in qualsiasi luogo, in qualsiasi età della tua vita; se contemporaneamente riesci a respirare lento, proverai un senso di pace e avrai la sensazione che tempo e spazio non esistano. Esisti tu, che sei il centro dell'universo e l'universo stesso.
La cosa più difficile è non saper prendere una decisione, stare immobili e non sapere cosa fare della propria vita... prendere una strada diversa senza sapere cosa ti aspetta, riprendere quella che da sempre si è intrapreso... e sperare che qualcosa cambi...
che ridere ragazzuoli...e' stata proprio una serata divertente...sia grazie a franceschino...sia grazie a tutti voi amici miei carinissimiiii!!!che bello!!! ne voglio ancora di serate cosi!!!
franceschino e' il mio migliore amico da decenni!forza fraaaa...tifo sempre x te! vi amo! bx
Dal 24 ottobre al 1 novembre la fiera di Civitanova Marche sarà protagonista di un grande evento espositivo: la Mostra Arredamento Casa - Salone Sposi.
Un appuntamento di prestigio, all'insegna del design e della qualità, dedicato alle migliori aziende di arredamento, complementi, tecnologia, oggettistica in grado di proporre le migliori soluzioni per ogni ambiente dell'abitazione: dalla cucina al soggiorno, dalla sala alla camera, senza perdere di vista gli altri spazi interni ed esterni del pianeta casa. Una ricca galleria di novità dove linee e tendenze si fondono in una vasta gamma di idee e proposte per ogni gusto, dal più moderno al classico.
Una occasione irrinunciabile per le giovani coppie che si preparano a mettere su famiglia. Ed è ovviamente a loro che è dedicato lo splendido Salone Sposi che propone modelli esclusivi sapientemente realizzati con finezza e gusto, originalità ed eleganza, frutto di un paziente e ricercato lavoro di aziende leader nel settore. Abiti da sposa e da cerimonia, ma non solo. Perché questo speciale "Salone" delle meraviglie propone tutti i servizi per il giorno più importante: dalle bomboniere agli addobbi, dalle foto e video alle auto d'epoca, per toccare via via ogni segmento legato al giorno più importante.
saremo in fiera nelle settimane successive anche ad ancona:
La Fiera di Ancona propone dal 7 all'8 e dal 13 al 15 novembre 2009, la 3^ edizione di Marche d'ARREDO - Salone Sposi.
La manifestazione, dedicata all'arredamento per interni, ai complementi d'arredo ed ai servizi per il matrimonio, prevede per la prima volta anche uno spazio riservato all'arredamento per esterni.
Un'esposizione dedicata ad aziende che hanno la capacita' di proporre prodotti innovativi, di qualita', a costi accessibili, offrendo allo stesso tempo quella praticita' alla quale al giorno d'oggi non si puo' rinunciare. Design, eleganza e funzionalita' dell'Arredo, presentato all'interno di spazi fieristici appositamente studiati ed allestiti per creare l'ambiente ad hoc, dove possa esprimersi al meglio qualunque stile: dal classico al minimalista, dall'etnico all'arte povera, al country.
Novita' di quest'anno sara' un layout espositivo che coinvolgera' il visitatore in un percorso obbligato studiato per dare la massima visibilita' a tutti gli stand espositivi disposti ed organizzati all'interno del padiglione nelle quattro aree tematiche in mostra:
* Arredamento per esterni: progettazione giardini, sistemi di irrigazione, barbecue, caminetti da esterno, casette in legno, gazebo, vivai e piante.
* Servizi per il Matrimonio: nell'apposita area "Salone Sposi" sara' presentata la piu' vasta gamma di servizi per il matrimonio e di tutto cio' che vi ruota attorno: ristoranti, wedding planners, catering, partecipazioni, inviti, addobbi floreali, bomboniere, abiti da sposa, acconciatura, trucco, foto, video, auto, animazione, intrattenimento musicale, agenzie di viaggio.
Saranno inoltre previsti piacevoli eventi collaterali, sfilate di alta moda sposi e momenti di approfondimento convegnistico che completeranno l'offerta della manifestazione e accresceranno l'interesse ed il richiamo del pubblico.
Per visionare la fotogallery ed i video con i servizi televisivi, gli spot e le interviste agli espositori della scorsa edizione cliccate sui relativi link.
"La nostalgia è una bellissima dote nelle persone che hanno il coraggio di affrontarla, senza rinunciarvici."e' qsto qllo che provo nostalgia di giorni passati,in allegria,ma come poterlo sentire se nn avendolo vissuto...e' successo x caso...una sera la vicky,mi ha annunciato che sarebbe partita da li a qlche gg x Madrid e io mi sono in principio autoinvitata...lei doveva andare a Madrid x lavoro...lavora da anni con la grandiosa compagnia RAFFAELLO SANZIO,una compagnia di teatro contemporaneo(breve storia della compagnia:
Socìetas Raffaello Sanzio , compagnia teatrale.
Nasce a Cesena nel 1981 ad opera di due giovanissime coppie di fratelli, Claudia e Romeo Castellucci, Chiara e Paolo Guidi. La storia della S. R. S. è caratterizzata soprattutto dal percorso di rottura e superamento del linguaggio teatrale tradizionale: dalle immagini alla parola, dal rapporto con il pubblico alla presenza scenica dell'attore. Il loro teatro, attraverso passaggi graduali, si configura oggi come `teatro dei corpi'. L'ironia con cui hanno accompagnato la sistematica distruzione di ogni valore teatrale colloca la S. R. S. tra i giovani eredi di Jarry, soprattutto per l'anarchica fantasia linguistica e per la consapevolezza della concretezza delle parole. La loro ricerca si spinge fino alla creazione di una nuova utopica lingua universale, chiamata `generalissima', assunta nell'opera Kaputt Necropolis , rappresentata con successo alla Biennale di Venezia del 1984. È del 1985 Santa Sofia, Teatro Khmer , l'opera che ha segnato la dichiarazione di guerra alle immagini, radicalizzata poi successivamente sul piano del linguaggio con I Miserabili nella quale l'Araldo, figura centrale, per tutta la durata della rappresentazione rimane immobile e muta, quale programmatico agire e parlare scenico. Solo il corpo, condizione prima dell'essere attore, spettatore di se stesso è presente sul palcoscenico. Con La bellezza tanto antica la S. si accosta al carattere mitico della fiaba. Da qui un orientamento positivo del teatro non in senso morale, ma come situazione di superamento semantico. A sostegno di questo versante sta l'animale, che a partire da questo momento affiancherà in scena l'attore. La successione di corpi di uomini, donne, animali, di ogni età, dimensione e deformità, sarà quindi la costante del teatro della S. R. S. Il corpo, segno significante più potente del teatro stesso, diviene elemento essenziale per le sue componenti comunicative e di diversità. Una sorta di smascheramento del teatro attraverso l'azzeramento dell'attore, che con il suo essere esclusivamente `corpo' rende didascalia il linguaggio. Questo percorso sfocia nella realizzazione nel 1992 dell' Amleto-la veemente esteriorità della morte di un mollusco autistico e nell' Orestea del 1995 in cui il ruolo centrale, quello del re, viene ricoperto da un giovane mongoloide. Con Giulio Cesare del 1997 il teatro diviene ars oratoria, artificio retorico. In questo spettacolo la retorica, grazie alla tecnologia meccanica e chimica, compie un viaggio a ritroso nel discorso, fino alla fonte della parola, della voce e dell'articolazione dei suoni che sono alla sua origine, spiati da una microtelecamera calata nella gola dell'attore e collegata a un grande schermo. Nel succedersi dell'azione con la morte di Cesare, quando Antonio pronuncia la celebre orazione, la carica seduttiva della parola viene cancellata definitivamente. Antonio è infatti un laringectomizzato, le sue parole non vogliono dire più niente, assumono valore di segno come il corpo. Giulio Cesare ha vinto il premio Ubu 1997 quale miglior spettacolo dell'anno. Per settembre '98 è prevista la preparazione del nuovo progetto teatrale della Genesi .Nel 1988 la S. R. S. ha inaugurato, sotto la direzione di Claudia Castellucci, la Scuola Teatrica della Discesa e le Edizioni Casa del Bello Estremo, che pubblica scritti drammatici filosofici e lirici. Nel 1995 inoltre, proseguendo un suo progetto legato al mondo dell'infanzia, Chiara Guidi ha aperto la Scuola sperimentale di teatro infantile.)
io ho preso immediatamente i biglietti(tra l'altro carissimi...nonostante abbia viaggiato ryan air,e visto il prezzo qsi un record x la societa' aerea,m'avrebbero dovuto accogliere con il tappeto rosso,cosa ovviamente nn successa)e giovedi a mezzogiorno sono scesa in terra spagnola,come una turista fai da te...con due valigie cariche il giusto...xche' anche li in ansia x il peso del bagaglio...
con vicky in 5 gg abbiamo camminato continuamente,ma se dico continuamente nn scherzo e nn esagero come faccio solitamente...
bhe le nostre giornate sono state miracolose...un caldo estivo da farci bere quintali d'acqua e renderci felicissime!
prima tappa:
REINA SOFIA:
E EL PRADO...ovviamente in due giorni diversi xche' siamo stati dentro 3 ore circa in ognuno...spettacolare soprattutto la GUERNICA di picasso...e poi...camminate in allegria a volte sole(che staimo benissimo)o con il resto dello staff...fantastiche persone!(soprattutto gilda!)
"Viviamo in un epoca dove gli incontri e le nuove conoscenze (grazie anche ai nuovi mezzi di comunicazione - vedi facebook) sono all'ordine del giorno. Paradossalmente, queste opportunità, è come se ci distraessero, facendo spostare sempre avanti l'attenzione, il traguardo. Spiego meglio: Conosciamo una persona, conosciamo un altra persona ecc. Inconsciamente siamo consapevoli che non è difficile conoscere altre persone. Ecco perché sempre inconsciamente, sapendo che è così facile, ad ogni nuova conoscenza, non diamo il meglio di noi, sia nel fare emergere le nostre qualità, sia nel coglierle nell'altro/a. Ecco... perché siamo perennemente insoddisfatti, guardiamo sempre al prossimo/a da conoscere, ignorando magari... l'essenza della persona che è davanti a noi, facendola passare... senza coglierla. Ecco perché paradossalmente se fosse difficile fare nuove conoscenze, quando capiterebbe di conoscere qualcuno, si avrebbero più stimoli e motivazioni a non fallire la rara opportunità, e quindi a far emergere le nostre qualità e a cogliere quelle dell'altro/a: In altre parole, penso che alla base della perdita di valori nei rapporti umani oggi freddi e superficiali, ci sia proprio questa "facilità" che alla fine snatura l'essenza dell'amicizia. la sindrome del traguardo mobile...le nostre serate di conoscenza e di chiacchiere mi hanno gustato troppissimo...e caricato tamente tanto da darmi lo stimolo di vivere piu' intensamente...qst'anno non voglio perdermi nel grigiore dell'inverno...perdermi nella mia pigrizia...ho cosi tanto e sono cosi bella che voglio che il miondo se ne renda conto!grazie madrid...spero che tu l'inizio di qsta rivoluzione che mi sta crescendo dentro!!!bhe e' gia qlcosa!!!un beso la vostra bx
ps:ci tengo a trascrivere la recensione del corriere della sera sullo spettacolo HEY GIRL della raffaello sanzio:
Con le musiche di Gibbons, lo spettacolo di Romeo Castellucci «Hey Girl!», che fatica vivere
Umori viscosi scendono da una massa bianco-rosata adagiata su di un lungo tavolo e la materia rivela il corpo di giovane donna. É un fluire lento, è la metamorfosi di un essere da proteiforme a umano. Il tempo è scandito da violente scariche elettriche, rumori ossessivi, musiche che la ripetitività rende sacrali. E da questa nascita difficile a cavallo del nulla della vita, prende il via Hey Girl! della Socìetas Raffaello Sanzio, uno spettacolo di Romeo Castellucci, una ricerca che fa del gesto materia del pensiero, della mente: la visualizzazione di un mondo interiore che per vivere a contatto con quello esteriore ha bisogno di maschere, meglio le teste di se stessa ogni volta più grandi, che Silvia Costa calza sul corpo esile fino a diventare figura inquietante e grottesca. Ne scaturisce un senso di fatica, la fatica del vivere, del dover apparire che spezza l' armonia interiore. Dal buio emerge una ragazza nera, Sonia Beltran Napoles, le due si incontrano ma non comunicano e se la prima aveva bisogno di teste sempre più grandi per vivere in un mondo di minacce, alla seconda il corpo viene dipinto d' argento per offrirle una corazza: la fragilità femminile si deve travestire mentre uomini spiano e picchiano, mentre spade roventi lasciano impronte di croci, mentre scoppiano vetri e le musiche di Scott Gibbons continuano a lacerare lo spazio. Come tutti gli spettacoli della Raffaello Sanzio anche Hey Girl! si muove lungo geometrie compositive raffinate, tra immagini dal forte impatto e la parola qui diventa un vuoto involucro che non riesce più a comunicare, non c' è più pensiero che diventi emozione per confortare questo universo femminile che sa di vita e di morte che deve attrezzarsi contro il mondo e non per il mondo. Uno spettacolo che racconta, senza voler raccontare, che ammonisce contro la banalità del vivere e che fa prendere coscienza della solitudine di ogni individuo. Tra i suggestivi giochi cromatici di luci in un grande, grigio spazio vuoto, la Societas propone uno spettacolo fluido, lento, morbido e spigoloso che è uno sguardo inquietante che esplora un mondo mentale, e si riconfermano straordinari fabbricanti di immagini, di incubi e di una realtà che, purtroppo, non fatica più a contenerli tanto ne è invasa e impregnata. * * * HEY GIRL! Socìetas Raffaello Sanzio F. Fabbrica Europa Firenze
una bellissima serata in negozio...con tutte le mie amiche piu care e uniche...fotografo:eclisso,giuseppe... aiuto zibordi lisa e licia
modella elena curti
fantastico|!ovviamente risate a non finire...pizzata all'inerno del negozio...birrozza...e chiacchiere...un bel po' di faticaccia...
ho la necessita di vivere qsti momenti...mi sentivo vuota ultimamente...subito dopo qsta bellissima serata,e' arrivata a salutarmi la vicky e parlando...e' venuto fuori che sarebbe partita x madrid...bene...giovedi dopo sono partita con lei!che meraviglia!bx
scusate l'assenteismo,vi ho lasciato in partenza x recanati e nn vi ho fatto piu sapere nulla,in realta sono successe molte cose...tra cui un bellissimo viaggio innaspettato in mezzo che mi ha regalato dei bellissimi momenti ma oggi x esempio sento crescere in me x sentimento tipico mio d'inquietudine,chi mi conosce sa a cosa mi riferisco,sinceramente un po' anche voi che mi seguite amici cari!
oggi ascolto ossessivamente qsta canzone...bellissima!
Noemi: Vieni qua, vieni qua, che ti dovevo dire tutte quelle cose che, cose che, non hai voluto sentire, soffrire, godere o finire. Vieni qua, vieni qua, sempre la stessa storia un equilibrio instabile, instabile, che crolla al vento di una nuova gloria, l’amore si odia. Ah, se fosse così facile, ah, se fosse ancora innamorato di me ed ogni petalo, sai, si finge di essere una rosa per ogni goccia vorrei diluvio sopra ogni cosa ma tu non meriti più un battito di questa vita per tutto quello che conta, se conta, sei come colla tra le dita. Fiorella Mannoia: Vieni qua, vieni qua, io ti volevo bene, ma riparlarne è inutile, inutile, non ha più senso pensarti, capire, provare o sparire Vieni qua, vieni qua, le solite parole di un sentimento fragile, fragile, come l’asfalto consuma la suola, l’amore si odia. N: ah, se fosse tutto facile N & M: ah, se fosse ancora innamorata di te M: ed ogni petalo sai N: si finge di essere una rosa M: per ogni goccia vorrei N: diluvio sopra ogni cosa M: ma tu non meriti più un battito di questa vita N: che tutto quello che conta M: se conta N: sei come colla sulle dita M: ed ogni petalo, sai, si finge di essere una rosa N & M: per ogni goccia vorrei diluvio sopra ogni cosa M: ogni cosa N: ma tu non meriti più un attimo della mia vita M: per tutto quello che conta N: se conta, sei la mia impronta sulle dita. a prestiismooo bx
3 ottobre 2009
"Se non metti il punto a una frase scritta in un giorno di tristezza non potrai mai tornare a capo per scriverne un'altra nel giono della gioia."
Tutti,anche le persone che non mi conoscono,alla domanda,come la definiresti,rispondono:SOLARE,in effetti e' una caratteristica che oggettivamente mi ha aperto molte porte,ma sono un iper sensibile,con un animo malinconico,anche se adoro ridere e sperimentare cose nuove,e lo faccio,a volte mi piace semplicemente sedere sul mio splendido divano e rinchiudere tutto all'esterno,in poche parole,so che mi basto...ho scoperto il lusso della LIBERTA'!
Sono un amante del bello,del costoso e dei tessuti firmati,AMO la moda,le SCARPE,le BORSE DI LOUIS VUITTON,il MAKE UP,quasi solo unicamente MAC e MAKE UP FOREVER...e non mi limito a comprarne pochi pezzi... i TELEFILM,ho una collezione quasi infinita,il Tennis,LO SPORT in generale...la FOTOGRAFIA...ANTHONY DE LUCA,la MUSICA ROCK,e soprattutto CAPO CACCIA!!!!! BX
Dopo un po' impari la sottile differenza fra tenere una mano e incatenare un'anima. E impari che l'amore non è appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non è sicurezza. E inizi a imparare che i baci non sono contratti e i doni non son promesse. E cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti con la grazia di un adulto, non con il dolore di un bambino. E impari a costruire le tue strade oggi perchè il terreno di domani è troppo incerto per fare piani impari che il sole scotta se ne prendi troppo perciò pianta il tuo giardino e decora la tua anima invece di aspettare che qualcuno ti porti i fiori. E impari che puoi davvero sopportare che sei davvero forte che vali davvero.